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PREVENZIONE E CURA DALLA PIRALIDE DEL BOSSO
TRATTAMENTI E SPECIFICHE


Come riconoscere l'attacco della Piralide (Cydalima Perspectalis)

Sulla pianta appariranno sottili ragnatele biancastre, il colore della pianta virerà dal classico verde intenso a tonalità più giallastre ed avrete la possibilità di avvistare nelle ore più fresche della giornata la fase adulta dell'insetto, una farfalla bianca con bordi marroni sulle ali.

Prevenzione e/o Emergenza

Interventi in prevenzione e/o in emergenza per il controllo degli stadi giovanili con trattamenti insetticidi ripetuti tramite utilizzo di formulati abbattenti a basso impatto ambientale oppure in alternativa l'utilizzo di prodotti biologici specifici per la lotta alle larve di lepidottero.

DANNO

Le diverse generazioni annue con deposizione di numerose uova, in assenza di interventi di controllo, portano allo sviluppo di attacchi molto intensi che defogliano in maniera drastica l'arbusto.

Le larve, alimentandosi delle foglie ed anche della corteccia dei rametti, nell'arco di poco tempo possono provocare il disseccamento di intere siepi che passano dal tipico verde intenso ad una tonalità bruno-grigiastra, con presenza abbondante tra il fogliame secco, dei diversi stadi dell'insetto, deiezioni larvali e teli sericei.

Sin dalle fasi iniziali degli attacchi, con la comparsa di chiazze di vegetazione disseccate, si ha una notevole diminuzione dell'effetto estetico/visivo dell'ornamento realizzato con questa essenza; la cui peculiarità ed il lento sviluppo, rendono difficile il recupero in tempi brevi di siepi o sculture vegetali (arte topiaria).




Piante Ospiti della Piralide

Il bersaglio preferito risulta essere il bosso (Buxus spp.) nelle sue varie specie (Buxus microphylla, Buxus sempervirens e Buxus sinica). Occasionalmente, l'insetto può infestare anche Pachysandra terminalis e Euonymus spp.

Nei territori di origine la Piralide è stata osservata anche su Llex purpurea, Euonymus japonicus ed Euonymus alatus.

Ciclo Biologico

Linsetto può compiere da due a quattro generazioni l'anno e trascorre l'inverno come larva all'interno del bozzolo sericeo tessuto tra le foglie delle piante.

Le larve riprendono l'attività all'innalzamento delle temperature primaverili, completano lo sviluppo, si impupano e danno origine alla prima generazione di adulti nel mese di Giugno.

L'adulto è una farfalla con ali bianche corredate da una tipica banda marrone scuro sui bordi con un'apertura alare di circa 40 mm.

Le uova vengono deposte a gruppi dalla farfalla, in tal modo si formano delle caratteristiche oviplacche di 15-20 elementi posizionate nella pagina inferiore delle foglie. Le uova appaiono di colore giallo chiaro e con il passare dei giorni tendono ad imbrunire lasciando intravedere al loro interno una macchia scura corrispondente alla capsula cefalica nera della larva in via di formazione.

Alla schiusa delle uova, le larve di prima età (circa 1,5 mm) sono caratterizzate da un colore tendenzialmente giallastro con il capo nero.

Le larve di prima età si nutrono in forma gregaria e sono quindi facilmente osservabili in piccoli popolamenti sulle foglie nutrendosi unicamente della pagina inferiore della foglia.

Le larve arrivate alla terza età (40mm circa), il cui colore si intensifica diventando di un giallo-verde con bande laterali nere ed un capo nero, si nutrono della foglia completa lasciandone intatta la nervatura. Durante questa fase, le larve cominciano a tessere i fili sericei allo scopo di avvolgere mazzetti di foglioline e creare dei "nidi" all'interno dei quali si incrisalidano.

La crisalide ha una lunghezza di 20 mm circa e si presenta di colore inizialmente verde chiaro e poi virante al bruno. Le si trovano all'interno della vegetazione, avvolte da un bozzolo sericeo biancastro.

Origine e diffusione

Cydalima Perspectalis è un Lepidottero fitofago della famiglia Piralidae, di origine asiatica (Cina, Giappone e Corea). Giunto in Europa in maniera accidentale tramite piante di bosso infestate, inizialmente in Germania (2007) e successivamente in Svizzera (2008), Francia (2008), Austria (2009) e Olanda (2009).

Attualmente l'areale di diffusione del parassita è ancora in espansione e l'EPPO (European and Mediterranean Plant Protecion Organization) l'ha inserito nella lista di allerta.

Il suo primo avvistamento in Italia risale al luglio 2011 in Lombardia e successivamente nelle regioni limitrofe. Le prime segnalazioni nel Lazio risalgono al 2013 e sono state confermate ufficialmente nel 2014.

L'insetto ha buone capacità di volo che gli consentono di spostarsi e colonizzare aree vergini attraverso dispersione naturale e inoltre può raggiungere aree molto distanti con il trasporto di piante infestate da uova, larve e pupe.


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